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La ritirata austriaca attraverso Primiero

di Maria Romagna Raffael

***

E’ la fine di ottobre del 1918.

La battaglia di Vittorio Veneto infligge alle truppe austro-tedesche il colpo di grazia.

Comincia così la disperata fuga verso nord dell’esercito austro-ungarico, attraverso le valli alpine.

Nei primi giorni di Novembre, Primiero si vide quindi, ancora invadere il proprio territorio da una nuova ondata di soldati
Soldati in fuga sulla statale per San Martino
, ma, questa volta, famelici e disperati: chi procedeva a piedi, chi su carri trainati da muli o cavalli, chi su automezzi militari prossimi al tracollo. La ressa era enorme. Furono giorni di anarchia. La strada dello Schenèr era insufficiente a contenere la moltitudine di soldati, che, a mano a mano che procedevano, per fare più in fretta, tallonati com’erano dagli italiani, abbandonavano tutto ciò che in quel momento era loro di ostacolo.

Di seguito l’esperienza di Margherita Bond, che ricorda i saccheggi e la confusione di quei giorni ed è testimone, il 4 novembre, di uno scontro ad arma bianca tra soldati austriaci e 2 soldati italiani.
Trascrizione integrale dai ricordi di sua figlia, Maria Romagna Raffael:

La mia mamma raccontava:

Era il giorno 4 novembre del 1918.

Mia mamma era andata fuori nei campi degli Insoli dove c’erano le baracche nominate (ospedale da campo)
Ospedale da campo in località Insuli
tedesche ((austriache)), ma i soldati da qualche giorno se ne erano andati via, forse avevano intuito che la guerra stava per finire, e per questo le truppe tedesche ((austriache)) si ritiravano. Fatto sta che la gente quando si accorse che non c’era più nessuno presero d’assalto questo campo portando via tutto quello che trovavano, coperte, cuscini, secchi, bacinelle, di tutto anche mobilia, mia madre si era persino presa un tavolo sulla schiena portandolo a casa (questo tavolo ((Foto Tavolo)) ora si trova a Giazza) erano alcuni giorni che la gente faceva questo lavoro. Pure il giorno 4 mia madre era andata colà, ma quando fu vicina al fienile dei Checone ((Denominazione famiglia di Mezzano)), vide la vicino, per terra, due soldati tedeschi ((austriaci)) che dormivano, forse provenivano dal fronte del monte Grappa ed erano molto stanchi, ma quel mentre arrivarono due soldati italiani, (forse dei primi che arrivavano in Primiero) e quando videro i due tedeschi((austriaci)) incominciarono a battersi ad arma bianca ((La ritirata austriaca attraverso Primiero si protrasse per circa quattro giorni. Non tutti i soldati fuggiaschi riuscirono, però, ad evitare la cattura)), mia madre prese un grande spavento e corse subito a casa a raccontare a sua madre e disse: Mare ghe n’è qua ancora i ‘taliani. E la madre: ”Va là po’, setu mata?”. ((“Madre, ci sono ancora qui gli italiani.” E la Madre: ” Valà, sei matta?”))
Erano le ore 10 del 4 novembre 1918. Proprio in questo giorno si può dire la guerra terminò. Entrarono gli italiani, la gente era tutta sbigottita, era molto stanca di una guerra che durò quattro anni e sempre in mezzo ai fronti. Ma le famiglie più provate furono quelle per il dolore che non tornarono più i loro cari.

Però i tedeschi ((soldati austro-ungarici)) quando hanno incominciato a ritirarsi dai vari fronti il più grande penso sia stato il monte Grappa. Hanno fatto delle razzie nei dintorni dei fronti, svaligiavano case coloniche e negozi portando via di tutto. Prendevano carri e cavalli e su questi carri caricavano su tutta questa roba, forse nella speranza di portarla su nei loro paesi. Ma quando i primi carri arrivarono a Siror hanno piantato la tutta questa merce e sono fuggiti, forse c’era il nemico che li incalzava. Anche qui la gente era sbigottita, non sapevano ancora se la guerra era finita, e aspettavano con ansia che arrivassero i propri cari dalla guerra. Fatto sta che la gente vedendo tutta questa roba là sui carri incustodita e abbandonata, non c’era nessun comando, un po’ alla volta si avvicinarono e incominciarono a prelevare giù dai carri tutto quello che potevano, sacchi di generi alimentari, olio, vino, vestiario, biancheria, coperte, c’era di tutto. ((Dal Ponte di San Silvestro in su, dove la valle si apre, dopo la gola dello Schenèr, le truppe in fuga si sparpagliarono, oltre che nei paesi, per tutta la piana delle Giare, abbandonando ovunque carri, automezzi, cucine da campo, animali, armi, munizioni, coperte, tendaggi. Più avanti, oltre Mezzano, là dove la valle si restringe di nuovo, in località Fusinéta, i carri venivano addirittura accatastati uno sull’altro e quindi abbandonati. La gente cominciò a non poterne più di tanto disordine, ma alla vista delle bestie, dei carriaggi, delle armi e degli oggetti abbandonati dai soldati, si diede a un saccheggio frenetico, che durò per più di un paio di giorni.))

Orologio abbandonato dai soldati austroungarici in fuga

Orologioabbandonato dai soldati austroungarici in fuga

Bauletto abbandonato dai soldati austroungarici in fuga

Bauletto abbandonato dai soldati austroungarici in fuga

Mia madre trovò un piccolo bauletto ((Foto Bauletto)), il coperchio era inchiodato. Lo portò a casa e a stento lo aprì e con sorpresa trovò dentro sei orologi di marca svizzera ((foto Orologio svizzero)) nuovi di zecca un capitale.In un batter d’occhio tutto era sparito c’erano ancora i cavalli attaccati ai carri qualcuno prese anche quelli, ma dopo passato un po’ di tempo sembra che il governo italiano se li fece consegnare.

Aggiungo …
Prima che avvenisse questa ritirata dei tedeschi ((soldati autro-ungarici)), sui muri delle case del paese apparvero dei cartelli, manifesti, con questa scritta … Chi dorme non piglia pesci … La gente si chiedeva cosa vorrà dire? Ma dopo passati giorni la gente capì che qualcuno già sapeva cosa voleva dire questo. Chi dorme non piglia pesci.

 

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