I ricettari costituiscono probabilmente il maggior corpus di scritture femminili a cavallo fra Otto e Novecento: la loro raccolta, studio ed edizione sono condizione preliminare per poter scrivere, nel medio periodo, una pezzo di storia “dal basso” e al femminile. La creazione della collana “Ricettari della gente comune” (con la pubblicazione dei ricettari di Felicita Simon, Catia e Maria Koch, Giuseppe Chioni e Giosuè Fiorentino), unica a livello nazionale, ha sollevato l’interesse e la disponibilità di istituzioni prestigiose (Casa Artusi, Università di Scienze Gastronomiche) e di studiosi di vaglia internazionale (M. Montanari e A. Capatti) dando ad essa un respiro sovralocale.