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La vita d’occupazione: “Primiero Sodoma”

Dai Diari di Enrico Koch e Don Enrico Cipriani di Simone Simoni

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Nel giugno del 1915, l’esercito italiano occupa la valle del Cismon e, meno saldamente, la valle del Vanoi. Inizia il lungo periodo dell’amministrazione italiana che terminerà bruscamente con la rotta di Caporetto, quando, nei primi giorni del novembre 1917 ritornerà in Primiero l’esercito imperale.

La presenza dei soldati italiani nei piccoli paesi della valle, ne turba inevitabilmente l’equilibrio. In una nota del 30 aprile 1916, Enrico Koch appunta:

Primiero è diventato una vera Sodoma – molte ragazze pei villaggi – massime Mezzano ed Imer e Siror gravide; del pari spose vedove e perfino vecchie con figlie grandi. I preti fanno il possibile di mettere su una buona strada quelle sventurate, ma non riescono. Si parla fra altro anche della sposa del Saverio deror[z]i che da poco avesse avuto un aborto.

                         Enrico Koch, 30 Aprile 1916

Uno di questi preti è Don Cipriani, secondo cui la presenza dei soldati italiani “corrompe la vita morale” della popolazione,  (continui i riferimenti  alle ragazze che amoreggiano con i bersaglieri), scrive fin d.il luglio 1915. La forte preoccupazione per il disordine sessuale causato dai soldati, è continua, ripetitiva, monotona:        

Dal lato morale non c’è sicuramente da dir tante belle cose e da consolarsi per vantaggi avuti dacché Mezzano è popolato di soldati. La colpa di questo indietreggiare in fatto di moralità non è certo sempre da attribuirsi ai soldati, ma in proporzione forse più alla leggerezza fenomenale di certe donne e ragazze poco ben sicure anche per l’addietro.

Don Ernesto Cipriani,1 agosto 1916

 

[..]domandatelo alle così dette “bersagliere” alle quali quei bravi giovani offrivano il gusto di una cara compagnia, e insegnavano loro anche la modestia;

Don Enrico Cipriani, 26 luglio 1916

Don Enrico Cipriani, sulla destra

Don Enrico Cipriani, sulla destra

Va sottolineato, comunque, che gli sguardi dei due diaristi sono esterni, dall’alto, a modo loro autoritari. Le  cronache di quel periodo ci parlano anche di amicizie affettuose e piene di rispetto tra donne del posto e soldati Italiani. ((Quinto Antonelli, Gianfranco Bettega. Il prete, il podestà, la guerra. Primiero, 1915-1918. Museo Storico in Trento. 2007)) Sicuramente la guerra aveva portato disordine e sconvolgimenti in tutti gli ambiti della tranquilla società valligiana, ed inevitabilmente fu coinvolta anche la sfera sentimentale e sessuale. E’ probabile, comunque, che tra la popolazione, in questo ambito non ci fosse tutta la preoccupazione che traspare dalle parole di Koch e soprattutto di Don Cipriani. Il prete e il podestà, osservavano e descrivevano quegli avvenimenti dal punto di vista di chi aveva sempre avuto il compito di mantere l’ordine morale, oltre che civile. Era quindi inevitabile la loro preoccupazione, all’assistere impotenti a una guerra che aveva minato alle basi i sistemi sociali e morali di cui erano amministratori.