Con linguaggio dalle tinte forti e contrastate, Garcia Lorca conduce l’amata lungo il corso dell’anno. A partire proprio dalla verde promessa degli stagni infiniti, là dove sbocciano i figli delle giovani fate, forse delle Guane. Le stagioni della sua terra gli offrono una tavolozza per dipingere i propri sentimenti. E così, passando dall’autunno all’estate rigogliosa, il poeta approda a una cruda e mortifera immagine invernale. Ti condurrei, negli ...
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Paludi come isole
Lo zoologo Alessandro Minelli ci propone l’idea, tutt’altro che peregrina di guardare alle paludi come isole d’acqua circondate dal mare delle terre asciutte. Un rovesciamento di prospettiva, un nuovo sguardo che conduce ad una percezione più nitida e profonda delle terre d’acqua. Come sempre, nuove letture del mondo possono derivare da un nuovo, inusitato, impiego di vecchi paradigmi… Può forse sembrare peregrina, o frutto di ...
Read More »Una vita trascorsa a guardare le rane…
Kobayashi Issa dedicò cinquantaquattro haiku alle lumache, duecentotrenta alle lucciole, oltre centocinquanta alle zanzare, quasi duecento alle rane. Dal suo canzoniere, traiamo tre opere che sviluppano altrettanti aspetti delle terre d’acqua. In questi tre componimenti, egli passa dal doloroso ricordo del villaggio d’un tempo (“quando la miseria s’accompagnava alle pulci e alle zanzare degli acquitrini, e aveva il volto dei ...
Read More »Il silente stagno di Ryokan
“In dialogo con il più famoso haiku di Basho, Ryokan gioca sottilmente, mostrandone un possibile rovescio. Se per Basho non c’è nulla, nemmeno il più piccolo evento (il tuffo di una rana), che non risuoni sullo sfondo abissale del tempo (l’antico stagno), per il Ryokan di questi versi ogni fenomeno è «nuovo»: tutto si produce e scompare senza lasciare traccia.” ...
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