Ognuna delle 2369 baite censite ha ora una sua specifica proposta di salvaguardia ed intervento. Sono ognuna un piccolo tassello di un grande mosaico: un bene comune dal valore corale. Fin dal marzo del 2001, la legislazione urbanistica della Provincia Autonoma di Trento prescrive che i Piani regolatori generali (PRG) dei comuni disciplinino gli interventi di recupero, di conservazione e di valorizzazione del patrimonio edilizio tradizionale destinato originariamente ad attività agricole e silvo-pastorali. A fine 2005, con l’entrata in vigore della cosiddetta Legge Gilmozzi, l’obbligo di adeguare i PRG è diventato particolarmente urgente, anche a seguito di un temporaneo divieto alla trasformazione d’uso degli edifici interessati.
Per queste ragioni i Comuni di Primiero hanno deciso, di incaricare il Settore tecnico del Comprensorio del censimento degli edifici agricoli di mezza montagna (le cosiddette baite) e della predisposizione delle relative varianti ai PRG. Consapevole della rilevanza economica, storica e culturale di questo patrimonio edilizio (circa 4000 edifici sparsi su gran parte del nostro territorio), l’Amministrazione comprensoriale ha accettato la delega con l’impegno a produrre una proposta unitaria.
Le baite: un bene comune di tutti
Le baite sono edifici rurali sorti a supporto delle attività agricole e di allevamento tradizionali negli ambiti prativi intermedi tra gli insediamenti stabili di fondovalle e gli alpeggi delle malghe. Questo patrimonio edilizio si è formato tra il XVI e il XX secolo attraverso un processo tipologico peculiare e caratteristico del nostro ambito territoriale. Perciò esso costituisce un bene comune dal valore corale, di cui ciascun edificio è espressione specifica e singolare.
Nessuna baita è di per sè un monumento, ma ognuna di esse contribuisce a testimoniare la complessità e la ricchezza del processo tipologico attuatosi e a costituire quel grande monumento che sono le baite nel loro insieme.
Di qui la decisione, nonostante la suddivisione del territorio in otto diversi PRG comunali, di mantenere unitaria la trattazione del tema delle baite.
Il rilievo e la schedatura delle baite
Nell’agosto 2006, dopo aver individuato assieme ai Comuni ben 56 aree omogenee da indagare a tappeto, sono state avviate le operazioni di censimento sopralluogo dei singoli edifici.
Nel corso di due stagioni lavorative si sono censite ben 2369 baite tutte rispondenti a due requisiti essenziali: la destinazione originaria a supporto di attività agro-pastorali e la corrispondenza a specifici e individuati caratteri tipologici, appositamente descritti dal Manuale tipologico.
I dati raccolti sono stati organizzati in un grande archivio elettronico nel quale ogni edificio è individuato da una scheda che trova riscontro nell’apposita cartografia. La scheda è organizzata in due distinte sezioni le quali, oltre alle fotografie dei quattro prospetti, riportano rispettivamente i dati rilevati in loco e le indicazioni d’intervento edilizio.
Queste indicazioni derivano da un’attenta lettura tipologica del fabbricato, incrociata con la valutazione del suo stato di conservazione. Per ogni edificio sono stati pertanto individuati: gli usi potenziali, la categoria generale d’intervento, altri interventi specifici ammessi ed eventuali altre prescrizioni.
Le indicazioni normative
Le indicazioni fornite dalla scheda dell’edificio sono approfondite da due strumenti normativi: il Regolamento per la conservazione e valorizzazione del patrimonio edilizio tradizionale esistente ed il Manuale tipologico.
Il Regolamento detta le indicazioni generali sull’uso dei fabbricati e delle loro pertinenze, su eventuali opere di urbanizzazione, sulle modalità d’intervento (soggette a convenzione tra comune e proprietario) e sui requisiti igienico-sanitari degli edifici.
Il Manuale tipologico è invece uno strumento ormai rodato perché in vigore fin dal 1992. Questa variante è stata un’occasione per semplificarne alcune parti e per arricchirlo di una specifica sezione dedicata alle pertinenze degli edifici.
Infine, una Relazione illustrativa fornisce delucidazioni sulla procedura e i criteri seguiti nella redazione della variante, nonché su alcuni temi di particolare rilevanza quali le categorie d’intervento architettonico, le possibilità di utilizzo e trasformazione d’uso dei fabbricati, il rapporto tra edifici e ambiente circostante.
Dal 12 giugno 2009, la proposta è stata trasmessa ai Comuni che, ciascuno per la propria parte, dovranno esaminarla, adottarla e approvarla nei tempi previsti dalla legge. Durante questo procedimento, vi saranno anche tempi e modi perché ciascun interessato possa prendere visione (presso gli uffici comunali competenti) della variante e, se lo ritiene opportuno, esprimere le proprie osservazioni in merito.
Tutti gli elaborati qui descritti si possono consultare presso i Comuni. L’archivio delle schede di censimento delle baite si può richiedere presso i Comuni o l’Ufficio tecnico della Comunità di Primiero.
Capire per intervenire: il Manuale tipologico delle baite.
Il Manuale tipologico è insieme uno strumento conoscitivo e normativo.
A partire dalla documentazione e ricostruzione del processo tipologico avvenuto a Primiero nei secoli scorsi, il Manuale permette un’esatta descrizione delle baite, sulla base della corrispondenza a specifici e individuati caratteri.
Ciò avviene secondo tre scale concorrenti di lettura del fabbricato:
- a scala dell’intero edificio (individuando il tipo edilizio cui esso si riferisce)
- a scala dei sistemi costruttivi che lo compongono (individuando i singoli ambienti costitutivi: Fienile, Stalla, Fuoco, Letto o Annesso)
- ed infine a scala delle singole strutture che costituiscono ciascun ambiente (elevazioni, copertura, porte, finestre, ecc.).
Ciascuna componente edilizia è descritta e normata da un’apposita scheda e le schede sono raggruppate in tre sezioni del Manuale, corrispondenti alle scale di lettura sopra citate.
A queste tre sezioni se ne aggiunge una quarta che ha per oggetto le pertinenze della baite, ossia gli spazi entro cui esse si collocano ed al servizio dei quali sono sorte, con tutti gli elementi di costruzione antropica di questi luoghi.
Quindi il Manuale serve innanzitutto per leggere correttamente lo stato attuale degli edifici e delle loro pertinenze. Esso vuole dichiaratamente essere uno strumento conoscitivo che va oltre la mera funzione prescrittiva, a supporto di una giusta lettura dell’edilizia esistente e di una maggiore qualità progettuale.
Sulla scorta di questa lettura, il Manuale assegna le indicazioni d’intervento alla scala tipologica giusta, raccordandole alle schede di censimento delle singole baite.
In coerenza con questo criterio, ogni scheda delle componenti è costituita da un testo descrittivo, seguito dalle specificazioni dettagliate delle categorie d’intervento. Delle tabelle di raccordo e una ricca documentazione grafica e fotografica completano le informazioni.
Un importante criterio ispiratore di questo lavoro è stata la volontà di incorporare in uno strumento così influente le istanze di sostenibilità emerse negli ultimi decenni sia a livello nazionale e sovranazionale, sia a scala provinciale e locale. Queste istanze hanno trovato a Primiero espressione negli esiti del processo di Agenda 21 locale e specificamente nel Piano di Azione Locale. A partire dalle indicazioni ivi espresse, uno strumento tecnico come il Manuale declina la sostenibilità in scelte e prescrizioni specifiche, ispirate da un approccio sobrio e consapevole al tema del riuso.
Fondamentale per un uso semplice e intuitivo del Manuale è infine la sua versione elettronica in formato pdf.
Concepito come un ipertesto navigabile, il documento permette di muoversi da una pagina all’altra, seguendo le connessioni tipologiche tra le singole componenti l’edificio.
Appositi bottoni di navigazione consentono di passare con facilità dall’indice e dall’abaco iniziali alle schede di tipi, ambienti e strutture. Ritornando, all’occorrenza, al punto di partenza.
Ciò permette di rintracciare con facilità, anche a partire dalla scheda dell’edificio, tutte le sue componenti e le relative indicazioni d’intervento.
Portando in primo piano la corretta lettura delle baite, il Manuale aiuta progettisti e proprietari a ricondurre il singolo edificio al processo tipologico generale. Rispetto a questo processo si possono individuare elementi di coerenza e peculiarità del fabbricato, così come incoerenze e difformità. Il che permetterà di progettare al meglio gli interventi di conservazione e riuso.